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Laghi dove la luce non penetra

i loro occhi

- fuori ne zampilla però,

i nostri occhi abbaglia –

 

vite

chiedono a noi

ragione del vivere

del nostro essere vissuti

prima che anche loro mordesse

la necessità dell’Essere

 

in questo tempo

così strano

rumoroso e solo

fosco d’incertezze

 

tempo di foglie morte

e di radici che spaccano l’asfalto

 

giovane

 

inesorabile.

 Salvatore Pizzo - 29/03/2019 17:45:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Grazie e di cuore anche per avermi dato segno della correttezza del mio leggerla:
"Laghi che vivono di luce propria. "Laghi" che,più ancora che occhi, sono anche vite, individui che pongono domande..."
Adesso ancor più bella, se possibile, mi appare: i laghi come metafora degli occhi di ragazzi, è qualcosa di emozionante.
Ciao

 Rosa Maria Cantatore - 29/03/2019 15:03:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]

devo ringraziare tanto tanto Alberto, Lino, Salvatore per la pazienza dimostrata nel leggere un testo che- ebbene sì- comprensibilissimo non è ;-) :))))))

P. S. L’intenzione era quella di parlare dei nostri giovani e di questo tempo "rumoroso e solo"...

 Salvatore Pizzo - 26/03/2019 03:01:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Bellissima, l’ho letta e riletta, ricavandone sempre nuove emozioni. A partire dalla strofa iniziale, quando appaiono occhi in contrapposizione: i loro/i nostri. I "loro"che non sono permeabili alla luce ed i "nostri" che, al contrario, sono abbagliati da quella luce che"fuori ne zampilla"dai loro. Laghi che vivono di luce propria. "Laghi" che,più ancora che occhi, sono anche vite, individui che pongono domande...
Mi par di coglierci moltissimo in questi versi, ancor più di un disagio, di una percezione dell’attualità a dir poco spiazzante. La chiusa, poi, trovo che sia ancor più fulminante.
Non so se ho letto correttamente, però moltissimo mi suggeriscono i versi.
Un saluto più che mai al gelsomino.

 Lino Bertolas - 25/03/2019 12:08:00 [ leggi altri commenti di Lino Bertolas » ]

Non è una poesia facile da capire, però prende con queste sue immagini forti e una sonorità così scandita. Un saluto.

 Alberto Becca - 24/03/2019 20:26:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

Posto che il testo risulta oltremodo ostico da commentare, da capire, da analizzare (sia per le tematiche trattate sia per la costruzione dei periodi) proverò ad immaginare il testo stesso come un puzzle, ad incastro, ove parole, verbi. avverbi possono essere in qualche modo inter scambiabili. in modo che si vadano a prospettare nuove poesie (Esempi: "giovane", "inesorabile" puo’ accostarsi a "Essere" e a "vivere": "luce" puo’ essere posta accanto a "foglie morte" e "occhi". ) Non è un gioco o un esercizio di stile: è la dimostrazione che la poesia è una entità dinamica, fluida, malleabile, una alternanza di pieno e di vuoto come si evince anche dagli spazi (per nulla casuali) lasciati fra la terzultima e penultima riga. E’ un materia plasmabile in vario modo (da artisti)

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